S. Maria in Bressanoro

La prima testimonianza documentaria dell’esistenza di una località chiamata Bressanoro, risale al 842 quando è citata anche una chiesa intitolata a San Lorenzo. Un documento del 1022 menziona a Bressanoro una pieve dedicata a Santa Maria che probabilmente aveva preso il posto della precedente e sorgeva nel sito dell’attuale chiesa. Non si sa quando questa chiesa cessò di esistere (ultima attestazione nel 1231), ma perse progressivamente importanza con la fondazione di Castelleone (1188).

Nel 1417 San Bernardino da Siena (Massa Marittima, 1380 – L’Aquila, 1444) fondò presso l’attuale cascina Giacinta, al confine con il Comune di Fiesco, una chiesa chiamata Santa Maria di Sopravalle, dedicata all’Annunciata. Il convento era già decadente verso la metà del secolo quando pare che fosse abitato da Eremiti di San Gerolamo, ordine fondato a Fiesole nel 1405.

Nel 1460 Francesco Sforza (Cigoli, 1401- Milano, 1466) e Bianca Maria Visconti (Settimo Pavese, 1425 – Melegnano, 1468) concessero Bressanoro al portoghese Amedeo Menez da Silva (al secolo João Mendes de Silva, Ceuta?, 1420 circa – Milano, 1482), per fondarvi un nuovo convento francescano. Il portoghese, fattosi monaco gerolamino nel monastero di Santa Maria di Guadalupe in Estremadura (Spagna), nel 1452 fu accolto nell’ordine francescano. Ottenuto il favore del duca e della duchessa di Milano, si adoperò per la riforma dell’ordine francescano. Nel 1464 creò la congregazione che da lui prese il nome di Amadeiti. Oltre al convento di Bressanoro, fondò quelli di Santa Maria delle Grazie a Quinzano d’Oglio (1468), della Santissima Annunciata a Borno (1469) e di Santa Maria della Pace a Milano (1476). Dopo la scomparsa dei duchi di Milano, suoi protettori, fu sempre più contrastato all’interno dell’ordine finché nel 1472 fu costretto a lasciare la Lombardia per trasferirsi a Roma, dove gli fu concesso il convento di San Pietro in Montorio.

Lo stesso anno, Papa Sisto IV riconobbe la nuova congregazione. Dopo la morte, Amadeo fu venerato come beato. Lasciò l’Apocalypsis nova, un testo ricco di contenuti profetici e visionari, collegati alla tradizione gioachimita e pseudogioachimita.
La costruzione dalla chiesa e del convento di Santa Maria in Bressanoro fu concessa da papa Pio II il 17 novembre 1460. La nuova fondazione era l’adempimento di un voto fatto da Bianca Maria Visconti per la guarigione di una delle figlie. La duchessa si era impegnata a visitare il santuario di Santa Maria di Guadalupe, ma essendo impossibilitata a recarvisi, decise di far erigere una chiesa con questa dedicazione. L’edificio fu avviato nel 1465 e nel 1469 non era ancora terminato.
Il convento di Bressanoro fu amministrato dagli amadeiti fino al 1568, quando la congregazione fu incorporata nell’ordine dei minori osservanti. I francescani tennero il convento fino alla soppressione avvenuta nel 1810.

La chiesa presenta un nucleo centrale quadrato coperto da volta a padiglione su base ottagonale, al quale si aggregano lungo gli assi ortogonali altri quattro spazi quadrati coperti da cupole, che conferiscono all’edificio un impianto centrale cruciforme pressoché unico in Lombardia.

Nel Cinquecento sono stati aggiunti l’abside, il campanile e il portico antistante all’edificio.

All’esterno si colgono i volumi profilati da decorazioni in terracotta opera del plasticatore cremonese Rinaldo de Stauris (documentato dal 1450 al 1494).

All’interno si segnalano altri fregi in terracotta sempre del medesimo plasticatore. I dipinti che ornano l’aula centrale, raffiguranti Scene della vita di Cristo, si devono a un pittore lombardo attivo alla fine del Quattrocento.

Nel braccio destro si trova la cappella della Madonna ornata di affreschi che raccontano la vita di Maria (1587) opera del pittore Giuseppe Pesenti di Sabbioneta. La statua della Madonna col Bambino posta entro una teca di vetro, è opera dello scultore Sperandio Savelli (Mantova, 1431 circa – Venezia, 1504). In un sarcofago con lo spiovente dipinto, riposano i beati Francesco e Lorenzo, castelleonesi che aiutarono il beato Amadeo nella fondazione del convento.

Nell’abside dietro l’altar maggiore si trova una statua lignea settecentesca raffigurante l’Immacolata. Gli stalli del coro sono cinquecenteschi.

Nel braccio sinistro si trova la cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova, già dello Spirito Santo, decorata con affreschi realizzati fra Cinque e Seicento e una statua lignea settecentesca raffigurante il santo titolare.

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Informazioni

Villa Guzzafame

Castelleone (CR)

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