Le terrecotte

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Preziose testimonianze del Rinascimento

Proponiamo qui un itinerario per veri intenditori. Niente paura, se i nomi del ‘Maestro degli angeli cantori’, del ‘Maestro della Madonna del topo’, di Giovanni de Fondulis e di Agostino de Fondulis vi dicono poco, è l’occasione giusta per scoprirli.
L’itinerario inizia in città, dal Museo Civico di Crema e del Cremasco, prosegue in piazza Trento e Trieste con la chiesa di Santa Maria Maddalena e Santo Spirito e in via Civerchi con il palazzo Barbàra. Si lascia poi Crema alla volta del santuario del Binengo a Sergnano, della chiesa di Santo Stefano a Mozzanica, dell’oratorio di San Rocco a Izano, della parrocchiale di San Pietro a Madignano, della chiesa di Santa Maria ad Abbadia Cerreto per concludere alla pieve di Palazzo Pignano.
Volendo è possibile ampliare l’itinerario visitando Castelleone e Soncino.

Inizio itinerario: Museo Civico di Crema e del Cremasco.

Durante l’epoca antica, Greci, Etruschi e Romani producevano statue in bronzo e in terracotta in grande quantità. I due materiali sono strettamente legati fra loro perché per gettare una statua in bronzo è prima necessario creare un modello in terracotta. Inoltre entrambi i procedimenti necessitano di una fornace per cuocere l’argilla o fondere il metallo. Nei primi secoli del medioevo le conoscenze tecniche necessarie andarono perdute e furono riscoperte solo all’inizio del ‘400 da Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Donatello e Luca della Robbia che volevano imitare gli antichi non solo nelle forme, ma anche nei materiali. Da Firenze, negli anni venti e trenta la scultura in terracotta si diffuse in Val Padana grazie a Michele da Firenze. Decisivo sarà poi il soggiorno di Donatello a Padova fra il 1443 e il 1453. In Lombardia la scultura in terracotta si diffonde a partire dagli anni quaranta e Crema sembra essere un centro nevralgico grazie al ‘Maestro degli angeli cantori’ (attivo tra il 1440 e il 1460 circa) e al ‘Maestro della Madonna del topo’ (attivo fra 1460 e 1500 circa).

L’itinerario comincia al Museo Civico di Crema e del Cremasco, dove in una delle sale finali della sezione di archeologia si possono ammirare alcune Teste di angeli provenienti dal distrutto altare di san Marco nel Duomo di Crema.

Sono opera del ‘Maestro degli angeli cantori’, un plasticatore di cui non è nota l’identità anagrafica, ma che trae il nome convenzionale con cui è noto da due rilievi raffiguranti cori angelici uno dei quali oggi conservato al Louvre di Parigi. Nella stessa stanza si possono vedere anche i frammenti di due bassorilievi raffiguranti la Natività e forse la Resurrezione di Cristo. Sono opera di Agostino de Fondulis (Crema, 1460 circa – 1521 circa) che fu chiamato a restaurare e integrare con parti nuove il medesimo altare nel 1513.

 

La seconda tappa è la chiesa di Santa Maria Maddalena e Santo Spirito realizzata su progetto dello stesso Agostino de Fondulis verso il 1511. Si notino in particolare le decorazioni in cotto dell’arco del portale, delle tabelle sulla facciata e dei capitelli delle paraste, tipici del repertorio di Agostino.

Raggiungiamo quindi il Palazzo Barbàra. Sebbene la facciata mostri oggi un aspetto settecentesco, affacciandosi nell’androne è possibile vedere gli archi del porticato. Si tratta dell’unico esempio conservato in città di archi con fregi fittili opera della bottega di Agostino de Fondulis.

Con l’automobile in pochi minuti è possibile raggiungere il santuario del Binengo a Sergnano. Qui, sull’altare maggiore si può osservare una statua raffigurante la Madonna col Bambino, opera del ‘Maestro della Madonna del topo’.

L’artista, di cui non si conosce l’identità anagrafica, deve il suo bizzarro nome a una scultura conservata a Milano nel cortile del Museo Bagatti Valsecchi. Proseguendo fino a Mozzanica, in provincia di Bergamo, nella chiesa di Santo Stefano, si può vedere un intero polittico opera dello stesso plasticatore. Si tratta di uno dei rarissimi esempi conservatisi di questo tipo di manufatto.

Nella parrocchiale di San Pietro a Madignano, in una nicchia a sinistra dell’altare, si trova una statua raffigurante Santa Lucia, opera del ‘Maestro degli angeli cantori’.

A Izano, nell’oratorio di San Rocco, si conservano tre statue raffiguranti la Madonna col Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano forse riferibili alla bottega di Giovanni (documentato dal 1448 al 1491) e Agostino de Fondulis e databili al 1485-90 circa. Giovanni è il padre di Agostino. Dal 1468 al 1491 è attivo principalmente a Padova, dove diviene uno degli scultori più importanti della città.

Spostandoci a Rubbiano, in una nicchia sulla facciata della parrocchiale di Santa Maria Maddalena, si scorge una Madonna col Bambino. La statua, databile agli anni sessanta-settanta del Quattrocento, non è attribuibile a nessuno degli artisti oggi noti, però si pone come anello di congiunzione fra lo stile del ‘Maestro degli angeli cantori’ e quello delle prime opere padovane di Giovanni de Fondulis.

 

Uscendo dal territorio cremasco per entrare in quello lodigiano, si giunge ad Abbadia Cerreto, dove nella chiesa di Santa Maria, in una nicchia, nella prima campata a sinistra entrando, vi può ammirare una statua della Madonna col Bambino opera del ‘Maestro degli angeli cantori’.

 

Infine, si può raggiungere Palazzo Pignano, dove nella pieve di San Martino è stato collocato un un Compianto composto da otto statue in terracotta opera di Agostino de Fondulis realizzate tra il 1510 e il 1511 circa per la chiesa di Santa Maddalena a Santo Spirito a Crema.

 

Nel caso aveste un’altra mezza giornata a disposizione, per completare l’itinerario delle terrecotte rinascimentali, potete visitare anche due abitati del Cremonese non lontani da Crema: Castelleone e Soncino.

A Castelleone la visita può iniziare dal santuario di Santa Maria della Misericordia, edificato tra il 1513 e il 1525 su progetto di Agostino de Fondulis. All’esterno troviamo i fregi in terracotta con i motivi decorativi tipici del plasticatore che ormai abbiamo più volte osservato e imparato a conoscere.

 

Spostandoci in centro al paese, troviamo la parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo costruita a partire dal 1517 sempre su progetto di Agostino.

Prima di lasciare Castelleone, fermiamoci a visitare Santa Maria di Bressanoro costruita fra 1465 e 1469.

I fregi in terracotta che profilano l’esterno e l’interno della chiesa sono opera del plasticatore cremonese Rinaldo de Stauris (documentato dal 1450 al 1494). Entrando, si noti anche la statua della Madonna col Bambino opera dello scultore Sperandio Savelli (Mantova, 1431 circa – Venezia, 1504).

L’ultima tappa ci porta a Soncino. Nella chiesa di San Giacomo Maggiore, già dei domenicani, si trova un Compianto composto da otto statue in terracotta opera ancora discussa fra gli studiosi che oscillano fra l’attribuzione al ‘Maestro del compianto del Carmine di Brescia’ e quella a Giovanni de Fonduli, con datazioni che variano dal 1480 al 1490 circa.

Sempre a Soncino, su piazza San Martino e su via IV Novembre, affacciano Palazzo Covi e Palazzo Azzanelli le cui facciate sono impreziosite da fregi, cornici e finestre in terracotta opera del plasticatore cremonese Rinaldo de Stauris.

Infine nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Borgo Sotto si possono vedere i fregi in terracotta riconducibili alla bottega di Agostino de Fondulis almeno per l’invenzione del repertorio decorativo. Hanno due particolarità che li rendono unici: il fatto di avere delle raffigurazioni di frati carmelitani svettanti al centro dei tondi e quella di conservare buona parte della policromia. Dobbiamo, infatti, ricordare che la scultura in terracotta era quasi sempre dipinta.

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Informazioni

Inizio percorso Museo Civico di Crema e del Cremasco

Piazzetta Winifred terni de Gregory, 5

Museo Civico di Crema e del Cremasco