Un tempo le sagre paesane scandivano, secondo un preciso calendario, la stagione primaverile, e sancivano l’attaccamento della comunità agricola a due principi fondamentali: la continuità e la regola. Il rinnovamento della vita si attuava attraverso la possibilità concessa ai giovani, in quel giorno di festa, di incontrarsi e formare nuove coppie. Inoltre la celebrazione del patrono o dell’evento miracoloso implicitamente istruiva la coscienza collettiva sulle regole e sui doveri a cui era importante conformarsi, pena una crisi profonda della società stessa.
In questo contesto si inserisce la grande Fiera di Santa Maria della Croce o, come la chiamano semplicemente i cremaschi, “la fèra”.
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Radicata nel costume locale da più di tre secoli, si è svolta da tradizione il 25 marzo di ogni anno; tuttavia negli ultimi tempi è stata spostata al sabato e alla domenica immediatamente precedenti o successivi, secondo il calendario annuale delle festività, per garantire un maggior afflusso di pubblico.
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La fiera venne istituita nel 1665 al di fuori delle mura della città al fine di incentivare gli scambi, aumentare i traffici e promuovere il commercio o, come dice il documento ufficiale del doge veneziano Domenico Contarini, che per la prima volta l’autorizzò: “acciò [che] con questo comodo possano ricevere quei fedelissimi sudditi per il concorso di genti forestiere, ed altre, qualche sollievo nello spaccio dei lini, cose commestibili e robbe lavorate con augmento delle pubbliche rendite”.
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Nel corso del tempo la fiera ha visto sovrapporsi alla motivazione economica delle origini la componente ludica e religiosa. Il viale che conduce al santuario in quei giorni viene infatti chiuso al traffico, garantendo ai visitatori la possibilità di passeggiare tranquilli tra le bancarelle, le giostre, le autopiste e i baracconi del luna park.
Gli stand sono allestiti con fiori, nastri, banderuole e palloncini. Tutt’intorno, nell’aria serena e frizzante di una precoce primavera, si insinua la nota dolciastra dello zucchero filato e delle frittelle. I mille colori delle bancarelle irretiscono la fantasia dei passanti mentre il suono delle giostre li avvolge in un’atmosfera conviviale di festa e gioco.
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Al turbinio della sagra si contrappone la placida fissità della basilica bramantesca di Santa Maria della Croce, che si erge imponente al centro della piazza principale. Vero e proprio scrigno di tesori per i prodigi architettonici e pittorici della quale è adorna, vale sicuramente una sosta dalla baldoria della fiera per una visita al suo interno.
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Protagonista indiscussa della festa è la Madonna, presente fisicamente nella basilica come statua. La devozione alla Vergine è particolarmente sentita dai fedeli e ancor oggi una moltitudine supplicante accorre presso lo scurolo e prega nella cripta eretta sul luogo dell’antica apparizione. Ricorrente è l’usanza di toccare con un oggetto personale l’effigie al fine di garantirsene la protezione.
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Informazioni
Viale di Santa Maria della Croce
Ingresso libero