S. Maria Assunta

La tradizione storica indica la chiesa madre di Soncino come la più antica Pieve della diocesi di Cremona. Pare risalga già all’inizio del V secolo ed inizialmente era legata al culto ariano. Eretta in Collegiata nell’828, la chiesa fu riedificata nel 1150 e ristrutturata nel 1280.

L’originario organismo romantico del secolo XII-XIII, a tre navate absidate di cui quella centrale con copertura a capriate lignee e quelle laterali a crociera in muratura, doveva inscriversi nel novero dei numerosi esemplari che testimoniano la diffusione dei prototipi milanesi e pavesi: è probabile infatti che la basilica nel suo impianto romanico non fosse molto diversa dalla parrocchiale di Rivolta d’Adda, a sua volta esemplata sul Sant’Ambrogio di Milano.

Tra fine ‘500 e primo ‘600, l’edificio fu rimaneggiato con allungamento del coro verso est e la costruzione a sud delle cappelle laterali. La chiesa venne coerentemente decorata dai manieristi cremonesi Giulio Calvi, detto il Coronaro, che affrescò la navata centrale (1585), e Uriele Gatti, che si occupò della controfacciata (1589). I lavori di rifacimento miravano ad allinearla alle mutate esigenze liturgiche maturate nel Concilio tridentino.

Il complesso organismo stratificato venne danneggiato dal terremoto del 1802 e fu quindi oggetto di lavori di rifacimento. Su progetto dell’arch. Maciachini, la chiesa fu allungata ad est e ristrutturata con abside poligonale e cupola ottagonale (1883-1888). Furono conservate le tre navate e le cappelle con il campanile; tuttavia sulla cuspide del campanile romanico fu posta la statua in rame progettata dal Maciachini e realizzata da Carlo Riva (1888). Il muro settentrionale venne rettificato e la facciata riportata al presunto aspetto medievale con la riapertura e il rifacimento del rosone e del protiro su leoni stilofori.

L’interno si presenta in forme grandiose e solenni; la vistosa policromia risponde a criteri decorativi tipici della fine del secolo scorso e venne realizzata nel 1897 con un indirizzo allo stile neobizantino. Una serie di Santi si trovano lungo la navata le cui volte sono dipinte con un cielo blu stellato fino alla grande cupola preceduta dalla rappresentazione dei Santi della Chiesa cremonese e lombarda (Omobono e Carlo Borromeo) e accompagnata dai santi protettori di Soncino (Martino e Paolo).

Sugli archi del tiburio sono rappresentati la Madonna Assunta con gli Angeli e il Cristo risorto, S.Pietro, Papa Leone XIII e altri santi. All’interno troviamo una cappella dedicata all’Immacolata Concezione della Vergine eretta nel 1631 quale voto della comunità per la cessazione della grande peste; rivisitata in forma ottocentesca è attualmente coperta da una cupola con un ricco altare barocco.

Una seconda cappella, dedicata alla Santissima Trinità, venne ricostruita nel 1845 dall’architetto cremonese Carlo Visioli in forme neoclassiche: la cappella si presenta come un grande vano quadrato, introdotto da un arco a tutto sesto su colonne corinzie, coperto con una cupola. Nell’altare neoclassico è inserita una tela della fine del XVI secolo raffigurante la Trinità con angeli e santi, del sopraccitato Uriele Gatti: l’opera riflette in maniera esemplare il clima trionfalistico della chiesa riformata.

Nel successivo vano che conduce ad un ingresso di servizio sono sistemate alcune lapidi già diversamente murate all’interno della pieve e una grande tela del pittore cremonese Angelo Massarotti (1654-1723) raffigurante La Buona Morte. Il pittore ha accumunato la devozione per alcuni santi “moderni”, come Sant’Ignazio di Loyola, ad immagini di più semplice aspetto naturalistico quali il sacerdote che dà l’estrema unzione al morente, secondo gli schemi pietistici e privi di oratoria allora in voga.

La quarta e ultima cappella è dedicata al Santo Presepe e venne eretta nel 1610 per onorare la reliquia della mangiatoia, dopo proveniente dal papa Paolo V e destinata al protonotaro apostolico Carlo Cropello. L’ancona attuale, intagliata e e dorata in stile classicistico, ospita ora un dipinto sulla Natività, opera accademica che si colloca a cavallo tra il romanticismo hayeziano ed il romanticismo di metà Ottocento.

In fondo alla navata destra si trova l’altare di Sant’Antonio da Padova con l’immagine del santo. Notevole è il grandioso altare maggiore in marmi policromi intarsiati. Nel coro, con le finestre dipinte con la Madonna Assunta adorata dagli angeli, trovano posto diciannove stalli neogotici con colonnine tortili. Sulle pareti sono appesi tre dipinti provenienti da altari distrutti della pieve.

Lungo il muro della navata sono addossati i due altari neogotici della Madonna del Rosario e dell’Addolorata, e quello neoclassico di San Giuseppe. A metà della navata, sopra l’antico fonte battesimale, c’è un affresco degli inizi del XVI secolo raffigurante la Santissima Trinità. La particolarità iconografica con Tre Persone assolutamente identiche, secondo la più diffusa rappresentazione medievale in luogo di quella più recente di Padre, Figlio e Colomba dello Spirito Santo come tre entità distinguibili, indusse l’autorità ecclesiastica in spirito controriformistico a far coprire l’immagine, che rimase occultata fino al 1843, durante i lavori di rifacimento della cappella.

Da segnalare infine la presenza di quattro tra le più importanti reliquie della cristianità (Sacra Spina, Santa Croce, Sacro Chiodo e Sacra Mangiatoia). La Pieve ospita inoltre la sopraccitata reliquia del Santo Presepe, tele di E. Salmeggia (Talpino), A. de Gatti (Sojaro), G. G. Pasini, M. Ingoli, M. Stom, C. de Notaris, e due affreschi staccati: la c.d. Trinità ariana e la Madonna con Gesù bambino e santi di M. F. Scanzi.

Ufficio turistico di Soncino

Pro Loco di Soncino

Fotografie per gentile concessione dell’Amministrazione Comunale di Soncino e realizzate da Francesco Premoli

Vedi mappa

Informazioni

Piazza della Pieve 1

Soncino (CR)

Orari soggetti a restrizioni

Visite vietate durante le funzioni