Rocca Sforzesca

Non si tratta né dell’unico né del primo castello costruito a Soncino: il più antico esempio di fortezza difensiva secondo le fonti risaliva al secolo X e si trovava nella zona sud orientale del dosso soncinese. Il vecchio fortilizio fu sostituito nella seconda metà del secolo XV con l’attuale Rocca, quando emerse l’esigenza di una più efficace difesa dagli effetti delle armi da fuoco mediante cortine murarie più robuste, torrioni più bassi, più complessi rivellini con ponte levatoio e passatoia, il tutto circondato da un fosso profondo.

Fu il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza che decise la costruzione della nuova rocca sotto la direzione dell’architetto Bartolomeo Gadio, come avamposto militare di difesa contro la Repubblica di Venezia, situata al di là del fiume Oglio. Alla realizzazione collaborarono alcuni degli architetti militari più famosi del periodo sforzesco, come Serafino Gavazzi e Danesio Maineri. L’intero fortilizio fu costruito a partire dal 1473 in meno di tre anni.

Sorta nell’angolo sud occidentale della cerchia muraria del borgo, ha impianto sostanzialmente quadrato, con tre grandi torri quadrate e una – quella coincidente con il vecchio torrione d’angolo delle mura – cilindrica con doppio apparato a sporgere: soluzione rarissima che dà all’edificio una connotazione unica.

L’ingresso è protetto da un imponente rivellino in cui portone d’ingresso è disposto a 90 gradi rispetto a quello della rocca, così da costringere un eventuale avversario a ruotare la propria direttrice d’attacco, esponendo il fianco. Tutte le torri, salvo una, che al livello del cammino di ronda ospitava l’alloggia del castellano, sono del tipo passante, così che la guarnigione potesse spostarsi rapidamente da un punto all’altro lungo un percorso a livello e senza interruzioni.

L’apparato a sporgere è utilizzato in maniera sistematica lungo tutto il perimetro. L’insieme è forse più arretrato delle contemporanee rocche romagnole, ma è certo una delle migliori espressioni di quell’architettura di transizione che negli ultimi decenni del XV secolo cercava di aggiornare gli edifici militari senza peraltro ancora arrivare a quel completo ripensamento che avrebbe condotto alla nascita dell’architettura bastionata.

Essa è infatti espressione del nuovo tipo di fortilizio, dai caratteri esclusivamente militari e dall’impianto concepito per fronteggiare le armi da fuoco, che si va ormai affermando contestualmente in Italia. Il tipo della rocca si distingue da quello del castello medievale, oltre che per il suo scopo esclusivamente militare, senza concessioni all’aspetto residenziale, per connotazioni architettoniche e difensive nuove.

Passata, dopo la caduta degli Sforza, in mano ai Veneziani, ai Francesi e poi agli Spagnoli, la rocca subì adattamenti e rimaneggiamenti fino all’Ottocento inoltrato; infine, dopo essere stata utilizzata per lungo tempo come magazzino, venne ceduta nel 1876 dagli Stampa, suoi ultimi proprietari, al Comune di Soncino.

Nel 1896 ne ha inizio, ad opera dell’architetto Luca Beltrami, il restauro: che, intrapreso con il metodo “storico”, del quale il Beltrami stesso fu il massimo esponente e caposcuola, consentirà di riportare il fortilizio a quella unità di architettura e a quella immagine originaria che le aggiunte e il degrado dei secoli- avevano pesantemente svisato.

Destinata soprattutto a museo di sé stessa, ospita da vari anni anche la locale Scuola di artigianato e d’arte, i cui allievi hanno ricostruito e posto in funzione, nel 1957, il ponte levatoio dell’ingresso occidentale del rivellino. Importanti e opportuni lavori di manutenzione e di restauro sono stati ulteriormente intrapresi nel 1976, su progetto degli architetti Antonio Faranda e Gianni Perbellini, con interventi di consolidamento delle cortine murarie aggredite da vegetazione infestante e di riordino dei fossati, nel quadro di un più vasto programma di salvaguardia e di recupero del monumento, anche a livello urbanistico e ambientale, e nell’ambito del piano di valorizzazione e di conservazione dell’antico centro di Soncino.

Ulteriori lavori di ripristino dell’incamiciatura e della merlatura sul lato orientale sono stati effettuati negli anni Ottanta.

Pro Loco di Soncino

Ufficio turistico di Soncino

Fotografie per gentile concessione dell’Amministrazione Comunale di Soncino e realizzate da Francesco Premoli

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