S. Maria delle Grazie

Tutti i luoghi

L'incontro del gusto cinquecentesco e della devozione popolare

La storia del santuario inizia ancor prima della sua costruzione perché strettamente legata a un episodio di devozione popolare. A seguito della costruzione delle mura della città (1488-1509), nel quarto decennio del Cinquecento l’immagine di una Madonna con il Bambino fu dipinta sul muro del Torrione tra Porta Ombriano e Porta Ripalta: la cosiddetta ‘Madonna del Torrione’. Da allora i cremaschi si dimostrarono molto devoti al dipinto al quale si rivolgevano per ricevere protezione in caso di attacco e al quale venivano attribuiti diversi miracoli. Col passare del tempo l’immagine fu riparata da una tettoia, vi fu costruito un altare e una cappella, fino a che si decise di porla al riparo ospitandola in un nuovo edificio di culto.

Fu così che nel 1601 il consorzio del Santissimo Sacramento comprò l’area per edificare una chiesa e furono iniziati i lavori. Nel 1611 la chiesa doveva essere sostanzialmente completata e nel 1613 l’immagine sacra, staccata dal Torrione, fu traslata all’interno del nuovo edificio.

La facciata di gusto cinquecentesco risulta semplice e armoniosa. Essa, suddivisa in tre parti da quattro lesene, presenta sopra il portale una copia in mosaico raffigurante la Madonna delle Grazie (‘Madonna del Torrione’). Nell’ordine superiore un ampio finestrone è affiancato da due nicchie vuote; una terza nicchia, anch’essa vuota, si ripete nel timpano.

La semplicità dell’esterno della chiesa contrasta notevolmente con la ricchezza e la spettacolarità dell’interno, che lascerà il visitatore letteralmente a bocca aperta.

La decorazione ad affresco che la orna fu realizzata tra il 1641 e il 1643 dal pittore Gian Giacomo Barbelli (Offanengo, 1604 – Calcinato, 1656), definito da Roberto Longhi «l’unico barocco» in Lombardia. L’impostazione dei dipinti si basa su un gioco prospettico di quadrature che simulano una fastosa architettura che consente di dilatare lo spazio interno della piccola aula.

Il ciclo di dipinti narra gli episodi della Vita della Vergine. Il soffitto è sicuramente l’elemento più spettacolare, capace di attirare l’attenzione del fedele.

La volta accoglie una complessa decorazione illusionistica che riproduce una balconata con grandi mensole, composta da balaustre, colonne e ampi basamenti, decorata con le figure monocrome dei Quattro Evangelisti, accompagnate da Profeti, Putti e Angeli musicanti.

Il culmine di questa costruzione architettonica simulata è una complessa balaustra che si apre come una finestra sul cielo e accoglie l’Assunzione di Maria accompagnata da angeli in festa.

Il presbiterio è costruito in modo simile, con un’architettura illusionistica con balaustre che si aprono sul cielo lasciando spazio all’Incoronazione della Vergine.

Le pareti laterali simulano un matroneo all’interno del quale si affacciano le figure degli Apostoli, quasi fossero degli spettatori degli eventi sacri.

Il ciclo di affreschi dedicato alla Vergine è completato da due episodi racchiusi in cornici di stucco: sopra la porta maggiore troviamo l’Adorazione dei Magi, a cui fa da sfondo un’architettura classica affollata da uno stuolo di personaggi in abiti seicenteschi, tra i quali si può scovare un possibile autoritratto dell’artista nella figura a destra che volge lo sguardo al visitatore mentre indica la scena. Lo stesso dipinto reca data e firma.

Sopra la porta laterale è possibile ammirare il Riposo durante la fuga in Egitto, un vero capolavoro del pittore cremasco che anche qui, nell’angolo in basso a destra, ha lasciato la sua firma.

Ai lati della porta maggiore si ergono le figure di San Sebastiano e San Rocco a monocromo, mentre ai lati dell’arco del presbiterio sono rappresentati l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, San Defendente e San Fermo.

Da non dimenticare di osservare l’immagine della Madonna col Bambino incoronata da angeli collocata sull’altare, si tratta dell’antica rappresentazione un tempo sul Torrione. Secondo una tradizione ottocentesca l’affresco miracoloso fu dipinto da un certo Giovanni da Caravaggio, che in seguito si è proposto di indentificare con Giovanni Gastoldi, documentato a Milano e a Crema fra il 1511 e il 1551. La ‘Madonna del Torrione’, in seguito alla traslazione all’interno del santuario fu ridipinta prima da Tommaso Pombioli (Crema, 1579 – 1636 circa) e poi da Gian Giacomo Barbelli (Offanengo, 1604 – Calcinato, 1656). Oggi risulta pertanto impossibile verificare l’eventuale paternità di Giovanni Gastoldi.

Ai lati dell’affresco da notare sono le sculture in marmo raffiguranti Santa Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista, opera della bottega dei Fantoni.

Nel 1833-34 i fratelli Serassi realizzarono l’organo, mentre la cantoria fu scolpita dall’intagliatore bergamasco Giovanni Annesa.

Vedi mappa

Informazioni

Via delle Grazie

Sito della Diocesi di Crema

Orari soggetti a restrizioni

Visite vietate durante le funzioni