Palazzo Arrigoni

Tutti i luoghi

Palazzo Benvenuti Arrigoni Albergoni

La prima menzione di case appartenenti alla famiglia Benvenuti risale al 1396, quando Giovannino Benvenuti acquista una seconda abitazione vicino a quella che già possedeva in questo luogo. Nel secolo successivo i Benvenuti continuarono a espandere le loro proprietà acquisendo ulteriori edifici vicini: prima Tommaso e Bellino Benvenuti nel 1456 e in seguito Girolamo Benvenuti nel 1498. L’anno successivo la ‘casa grande’ – così viene definita da Gerolamo e Fabrizio Panfilo Benvenuti – ha ormai raggiunto le dimensioni e la pianta dell’attuale palazzo. La famiglia andò via via aumentando il proprio prestigio e la propria influenza fino a quando nel 1695 l’imperatore Leopoldo I (Vienna, 1640-1705) concesse il titolo di conte a Giovan Battista Benvenuti in virtù del valore da lui dimostrato durante l’assedio turco di Vienna nel 1683 e nelle successive campagne contro gli Ottomani nei Balcani, dove il condottiero cremasco trovò la morte nel 1695. Il palazzo rimase in possesso dei Benvenuti fino al 1775 quando il conte Manfredo lo vendette al nobile Carlantonio Monticelli. A questi successe il figlio Luigi Maria che visse nel palazzo fino al 1830. La proprietà passò quindi a Fortunato Albergoni. Successivamente il palazzo divenne degli Arrigoni che ancora vi abitano. 

Nel 1742 si avviarono i lavori di ristrutturazione del palazzo in forme barocchette sotto la guida dei capomastri Urbano Gerola e Andrea Nono. Quest’ultimo, originario di Muronico nella Val d’Intelvi, fu impegnato anche nella ricostruzione della chiesa della Santissima Trinità.

Il complesso presenta una pianta a U e si sviluppa attorno a un cortile-giardino. È completamente circondato da altri edifici appoggiati alle sue mura e pertanto è invisibile dall’esterno. Vi si accede attraverso una piccola corte chiusa da un portone che si affaccia su via Cavour. Entrati nel cortiletto si scorge la fronte del palazzo attraverso un raffinato cancello di ferro battuto.

La fronte mostra un monumentale portico a tre fornici con archi mistilinei sorretti da coppie di colonne doriche. Sopra si aprono le tre finestre della galleria del piano nobile, separate da coppie di lesene. La finestra centrale presenta un balconcino con elaborata balaustra in pietra, mentre le due laterali hanno dei balconcini con ringhiera di ferro battuto.

Il corpo di fabbrica che cinge il cortile a nord presenta sette finestre al piano terra e altrettante al piano superiore sottolineate da eleganti lesene.

L’edificio sul lato sud è, invece, meno curato nella finitura delle superfici che sono ricoperte da piante rampicanti.

Al centro del portico si apre il portale che dà accesso al monumentale scalone che conduce al piano nobile. È l’elemento di maggior pregio di tutto il palazzo, unico per dimensioni e raffinatezza nel contesto cremasco. Nell’architettura del Settecento lo scalone è spesso l’ambiente più monumentale e scenografico dell’intero palazzo, concepito come un vero e proprio palcoscenico dove il proprietario si esibisce nell’arte di ricevere gli ospiti.

La costruzione dello scalone del palazzo, allora Benvenuti, fu avviata nel 1742. Esso prevede una prima rampa centrale che poi si divide in due laterali che salgono abbracciando lo spettatore. Tutta la scalinata è cinta da una balaustra in pietra a volute che crea una moltitudine di giochi di luce e ombra. Per esaltare ancor di più gli effetti luministici il portale di accesso e le due finestre laterali sono aperte e non prevedono elementi di chiusura. Questo crea uno stretto legame fra il portico e lo scalone da cui si possono vedere le coppie di colonne dell’esterno richiamate da quelle più piccole dell’interno della galleria. 

Nella volta si trova una decorazione a stucchi realizzata nel 1757 e un dipinto raffigurante Venere e Paride attribuito al pittore Federico Ferrario (Milano, 1714 circa – 1802).

Vedi mappa

Informazioni

Via Cavour, 8

Residenza privata