Le città murate e castellate

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Una linea per unire i più bei borghi nel territorio

Il percorso inizia da Pizzighettone, località sul fiume Adda e poco distante dal Po. Delle sue difese di epoca medievale restano attualmente due sole torri del castello, essendo un’importante testimonianza degli apprestamenti eretti in epoche successive. A partire dal 1646, le mura urbiche vennero circondate da un doppio recinto di baluardi, cortine e mezzelune, rendendo la città, così corazzata, una tra le più importanti piazzeforti del Ducato di Milano.

Nel 1720, durante l’occupazione, le mura di Pizzighettone e Gera vennero trasformate ed aggiornate con casematte intercomunicanti; quindi si aggiunsero vari apprestamenti difensivi, tra cui una rete esterna di fossati, corredati da chiuse con la possibilità di allagare la campagna circostante in caso di attacco nemico.

A fine secolo XVIII, durante un breve periodo di smilitarizzazione, l’antico castello venne adibito a fabbrica tessile e le casematte del lato nord utilizzate come carceri in regime di ergastolo. Nel breve periodo napoleonico la piazza venne di nuovo militarizzata e molti edifici ed abitazioni delle città trovarono impiego come caserme e depositi.

Al centro dell’abitato troviamo la Torre del Guado, a pianta quadrata e coronata da apparato a sporgere. Di recente oggetto di iniziative del recupero e ripulitura, assieme alle mura, è entrata a far parte a tutti gli effetti del patrimonio demaniale.

Pizzighettone si presenta oggi come una delle realtà murate meglio conservate dell’intera regione. La sua cerchia muraria ha un’altezza di dodici metri ed uno spessore che in alcuni punti raggiunge i quattro metri. La visita di queste fortificazioni (mura, torre, casematte e fossati) restituisce l’immagine di una città storicamente coinvolta a pieno regime nei giochi di guerra.

Il nucleo urbano offre altri spunti per visitare Pizzighettone, come la bella piazza del Comune, centro monumentale della località, l’imponente Porta Cremona Vecchia lambita dal Rivellino, oppure il Museo Civico, con notevoli reperti paleontologici ed una nutrita collezione di armi.

Una visita particolare la meritano la Chiesa di San Bassano – parrocchiale di Pizzighettone – e quella di San Pietro, entrambe facenti parte della diocesi di Cremona.

La Chiesa di San Bassano, come dimostrato da rinvenimenti di tracce di muratura tardo romaniche e palocristiane, nasce probabilmente come pieve e l’impianto della chiesa attuale, di tipo basilicale a tre navate con abside, è attribuibile all’opera dei lodigiani profughi al di qua dell’Adda nel 1158 dopo la distruzione della loro città da parte dei milanesi; la stessa dedicazione a San Bassiano, patrono di lodi, ne è la conferma.

Nel XV secolo l’edificio fu modificato con la costruzione delle cappelle laterali, la demolizione delle absidi e la realizzazione della facciata. Nel 1525 venne edificata la sacrestia per volontà dell’allora parroco don Gian Giacomo Cipello, mentre nel 1533 fu eretto il nuovo campanile.

Dal 1540 al 1543 Bernardino Campi lavora all’interno della chiesa affrescando anche la controfacciata; la realizzazione dell’opera, secondo alcuni storici, richiese l’otturazione del rosone in origine aperto.

Quando i piemontesi occuparono la zona, la chiesa fu adibita a magazzino militare; in seguito a questo fatto, il parroco don Giovanni Battista Santini decise nel 1733 di riparare l’edificio con l’innalzamento della navata e del livello del pavimento e con la risistemazione delle volte. All’inizio del XIX secolo le cappelle del lato destro furono eliminate e tra il 1820 ed il 1836 l’intera struttura venne sottoposta per volere del parroco don Pietro Ambrogio Mazza ad un intervento volto a restituirle l’originario aspetto romanico. Nel 1900 la torre campanaria venne sopraelevata con la realizzazione della cuspide. Da allora fino ad oggi la Basilica è stata oggetto di continui lavori di rifacimento e restauro per preservarne la bellezza.

La costruzione della Chiesa di San Pietro risale al XVIII secolo per volere dell’imperatore austriaco Carlo VI.

A partire dagli anni Ottanta del Novecento la chiesa è stata letteralmente rivestita di sfavillanti mosaici che raccontano scene della storia sacra che hanno avuto come protagonista Maria. Infatti dal 1956 l’edificio è stato proclamato Santuario mariano.

Fulcro della chiesa è l’altare su cui è posta la venerata statua della Madonna del Sacro Cuore che stringe a sé il Bambino. Le sue vesti sono laminate in oro zecchino e argento. Ai lati due eleganti angeli, con le argentee ali spiegate, sono in atteggiamento adorante. Le statue, di elegante fattura, sono in legno, opera di uno scultore della Val Gardena.

Scopri altri percorsi a Pizzighettone.

 

Il percorso prosegue con il bellissimo borgo di Crema, distante 25 km da Pizzighettone.

Nata come semplice rocchetta in epoca longobarda, in funzione di uno stanziamento militare romano denominato Borgo S. Pietro attualmente quartiere tra i più antichi della città, venne rapidamente dotata di mura, poi spianate dal Barbarossa per vendetta verso la città ribelle durante l’assedio che terminò nel 1160. La ripresa avvenne in tempi relativamente brevi e già alla fine del secolo XII l’urbe si dotò di nuove difese.

Tra il 1488 e il 1508 venne realizzata una solida cinta difensiva che inglobò anche le vecchie mura medievali. Le mura urbiche lunghe quasi tre chilometri e spesse, in certi punti, iniziano ad essere compromesse nella loro integrità all’inizio del 1800.

In epoca recente sono quasi scomparsi anche i due castelli edificati in epoche differenti durante il medioevo. Il castello di Porta Serio era il cardine dell’intero sistema difensivo e venne completamente demolito all’inizio dell’Ottocento; oggi ne restano consistenti tratti di cortine e di diversi torrioni. Il percorso delle mura, anche se ridotte a resti, rimane riconoscibile, tramite l’impronta lasciata sulla toponomastica e sulla topografia urbana nonché sui tracciati stradali che caratterizzano il reticolo planimetrico del centro storico.

Tratti apprezzabili di mura sono principalmente visibili dai giardini di Porta Serio, dal già citato quartiere S. Pietro fino al torrione Foscolo, da via Stazione, da via Magri e dal Campo di Marte. L’architettura più caratterizzata esteticamente e meglio conservata è la Torre Civica (sec. XIII), ora parte del Palazzo Comunale: disposta scenograficamente a fondale della Piazza Duomo e della Cattedrale, si presenta come struttura di mattoni a vista.

La città si caratterizza, inoltre, per gli edifici religiosi e civili, che si distribuiscono in un tessuto urbanistico in gran parte conservato nella sua fisionomia medievale e rinascimentale.

Terza tappa di questo itinerario è Soncino, distante 17 km da Crema, per ammirare la Rocca Sforzesca considerata una delle architetture militari più rappresentative della regione.

Non si tratta né dell’unico né del primo castello costruito a Soncino: il più antico esempio di fortezza difensiva testimoniata dalle fonti risaliva al secolo X e si trovava nella zona sud orientale del dosso soncinese. Il vecchio fortilizio fu sostituito nella seconda metà del secolo XV dagli Sforza con l’attuale Rocca, quando emerse l’esigenza di una più efficace difesa dagli effetti delle armi da fuoco mediante cortine murarie più robuste, torrioni più bassi, più complessi rivellini con ponte levatoio e passatoia, il tutto circondato da un fosso profondo.

La struttura quadrangolare della Rocca è caratterizzata da due corti, una principale ed una all’interno del rivellino; la prima è delimitata da semplici cortine murarie con camminamento alla sommità. La torre a nord-ovest, denominata del capitano perché destinata ad abitazione e sede di comando, è dotata anche di vedetta sia verso la valle dell’Oglio, sia verso il territorio circostante.

Al di fuori della Rocca c’è la città. Soncino sorge su un dosso dell’antico argine del fiume Oglio, immerso nel verde intenso di una campagna lussureggiante, costellata da una fitta rete di canali alimentati dalle acque dell’Oglio e dalle numerosissime risorgive.

Il borgo è completamente circondata da massicce mura in cotta, rinforzate da torrioni semicircolari e da un fossato. Le fortificazioni di Soncino sono di antica origine, in muratura del XIII secolo. La cortina di mura, lunga quasi due chilometri, risale al XV secolo ed è restata sostanzialmente immutata fino ai nostri giorni, salvo la sostituzione ottocentesca delle porte. Di sicuro effetto è la parte esterna delle mura, con percorsi anche sotterranei, che consente di apprezzare meglio la struttura fortificata medievale.

Il centro abitato è tramato nel sottosuolo da gallerie sotterranee e da una rete di canali che corrono in fregio alla muratura esterna, inoltrandosi anche al di là della cinta. Il complesso, salvaguardato con grande rigore grazie anche ad importanti lavori di restauro effettuati nel secolo XIX, costituisce un patrimonio monumentale di elevata importanza.

Nel borgo medievale, inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, si possono ammirare preziose opere d’arte, custodite delle numerose chiese, e il Museo della Stampa nonché Centro Studi Stampatori ‘Soncino’, che ricorda le vicende della tipografia ebraica dalla quale uscirono preziosi incunaboli, tra cui la prima Bibbia ebraica completa, nel 1488.

Nella Rocca Sforzesca è stato inaugurato, nell’aprile 2014, il Museo Civico Archeologico Aquaria che espone reperti che vanno dalla preistoria all’epoca rinascimentale. Di fianco alla Rocca, una ex filanda, tipica struttura di archeologia industriale del territorio soncinese, ospita il Museo della Seta.

Poco fuori le mura si trovano la chiesa di Santa Maria delle Grazie, interamente affrescata sotto la direzione di Giulio Campi, con originali terrecotte policrome, ed i Parco del Tinazzo.

Il percorso termina a Pandino, località che dista 26 km da Soncino e 13 km da Crema, che ospita un altro castello, residenza ducale viscontea. L’architettura a pianta quadrangolare con torri leggermente sporgenti agli angoli si raccoglie attorno ad un ampio cortile su cui si affacciano al piano terra i porticati ed a quello superiore i loggiati ricoperti ed impreziositi da decorazioni policrome.

Il materiale impiegato per la costruzione del trecentesco castello visconteo è il mattone a vista, facendo uso della pietra per le parti più sottoposte a sollecitazioni e del legno per i soffitti e le strutture del tetto. Il progetto è stato elaborato con attenzione, tipica dell’epoca, al rispetto di precise proporzioni architettoniche tra le componenti dell’edificio.

Il castello sorse a partire dal 1355 circa per volere di Bernabò Visconti e di Regina della Scala. I signori di Milano scelsero questa località per la sua natura di piccolo villaggio circondato da boschi, ideale per dedicarsi alla caccia; del resto la struttura è ascrivibile a quella della residenza di campagna. Nel 1700 avvenne la sua trasformazione in cascina, uso mantenuto fino agli inizi del 1900 quando divenne sede degli uffici comunali.

L’interno si caratterizza per l’ampia corte, circondata al piano terra da porticati con archi acuti e quello superiore da loggiati con pilastrini quadrati. In origine le pitture, visibili soprattutto nelle stanze e sotto i porticati, ornavano tutte le superfici, anche esterne, del castello, mentre ora sono conservate e visibili sopratutto nelle stanze interne.

Di notevole importanza artistica sono i dipinti parietali originali, che adornano le facciate verso il cortile e le pareti di fondo dei portici e delle logge; dopo i recenti interventi di conservazione si è in grado di apprezzare l’originalità e la qualità di questo particolare programma decorativo.

Altri monumenti interessanti nell’abitato e nel circondario sono la chiesa di S. Marta del secolo XV, ancora ornata delle pitture originarie, e la chiesa di S. Margherita, della fine del 1700. Inoltre la frazione di Gradella, è stata riconosciuta come uno dei Borghi più belli d’Italia, avendo conservato il suo aspetto di borgo rurale da moltissimo tempo.

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Pro Loco Pizzighettone

Pizzighettone Turismo

Soncino Turismo

Ufficio turistico del Comune di Pandino

Fotografie della Rocca sforzesca su gentile concessione dell’Amministrazione Comunale di Soncino e realizzate da Francesco Premoli

Fotografie di Pizzighettone su gentile concessione del Gruppo Volontari Mura

Fotografie della Chiesa di San Bassiano su gentile concessione dell’Associazione Pizzighettone Guide Chiese e Monumenti

Fotografie del Museo Civico di Pizzighettone su gentile concessione dell’Amministrazione museale

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Informazioni

L’itinerario parte dalla Casa Comunale di Pizzighettone (CR) in via Municipio, 10