S. Maria Maddalena e S. Spirito

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L'eleganza del cotto

La prima chiesa era annessa all’ospedale di Santo Spirito fondato nel 1277. Nel 1494 tutti gli ospedali di Crema furono riuniti nell’Ospedal Grande sotto la cui amministrazione passò anche questo edificio. La chiesa fu riedificata a partire dal 1511 e conclusa negli anni Venti dai frati di Santo Spirito. Il progetto è attribuito ad Agostino de Fondulis (Crema, 1460 circa – 1521 circa).

Della struttura ospedaliera resta il chiostro quattrocentesco con pilastri ottagonali posto sul fianco destro del tempio.

L’edificio chiesastico, interamente in laterizio, ha la facciata tripartita da semipilastri impostati su alti piedistalli; incassi rettangolari contengono nicchie sormontate da oculi ciechi, secondo uno schema già utilizzato da de Fondulis in Santa Maria della Misericordia a Castelleone. Pregevoli sono alcuni dettagli in cotto, come le eleganti tabulae, le cornici delle porte e delle finestre, i capitelli del tipo detto con volute a S. Un alto timpano corona la facciata, riprendendone alcuni elementi decorativi e reinterpretandoli. Il fianco sinistro, libero, è scandito da semipilastri in continuità proporzionale con quelli della facciata. Anche il tiburio poligonale, visibile da via Buso, ha i lati arricchiti da decorazioni geometriche in terracotta.

Nel 1590 l’Ospedal Grande di Crema vendette la chiesa di Santa Maria Maddalena e la casa annessa ai frati del Terz’ordine di San Francesco di Vairano (località oggi scomparsa situata presso Rubbiano) che le amministrarono fino alla soppressione napoleonica avvenuta nel 1805. In quest’anno le tre tele che ornavano gli altari della chiesa e il Compianto in terracotta furono acquistati dalla famiglia Vimercati Sanseverino proprietaria dell’attiguo palazzo. La stessa famiglia nel 1837 comprò anche l’ex edificio sacro che tuttora detiene. I dipinti sono oggi conservati alla Pinacoteca di Brera a Milano. Si tratta della Pentecoste di Paris Bordon (Treviso, 1500 – Venezia, 1571), dell’Adorazione dei pastori di Giovanni Busi, detto Cariani (Fuipiano al Brembo, 1485 circa – Venezia, 1547) e del Noli me tangere di Vincenzo Catena (1470 circa – 1531). Il Compianto opera di Agostino de Fondulis si trova, invece, nella pieve di San Martino a Palazzo Pignano.

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