Le mura venete

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La nuova cinta muraria cittadina

Nel 1449 Crema entrò nell’orbita della Repubblica di Venezia diventando una fortezza di frontiera. I veneziani costruirono la nuova cinta muraria a partire dal 1480 circa, completandola nel 1509 con i lavori al terrapieno e al fossato esterno. Si trattava di un poligono irregolare con un perimetro di 2844 metri, dotato di bastioni di forma stellare, circondato da fossato e guarnito da soldatesche stabili, con antiche porte militari munite di rivellini. Tale fortificazione subì un solo attacco nel 1514 da parte delle truppe milanesi, mantenendo nei secoli anche la sua funzione di stazione doganale e di cordone sanitario.

Le nuove mura inglobano lo spazio della cinta muraria medioevale ormai fatiscente, eretta contemporaneamente alla ricostruzione della città voluta dal Barbarossa a partire dal 1190; i suoi resti furono sfruttati per l’erezione di nuovi isolati urbani. L’assedio che lo stesso imperatore inflisse alla città tra il 1159 e il 1160 fu il più lungo di tutto il medioevo italiano.

A ricordo di questi fatti segnaliamo il dipinto esposto nella sala del Consiglio comunale che raffigura il tragico episodio degli ostaggi. I cittadini cremaschi issati sulle palizzate per dissuadere la città dal colpire le truppe imperiali (G. Perolini, 1964). Della città murata oggi sopravvive il ricordo, così come della strada lungo i bastioni, la romantica passeggiata che si snodava attorno alla città per ben 2200 metri. Si possono apprezzare ancora brani discretamente conservati della cortina muraria in corrispondenza di alcune aree pubbliche (il parco Chiappa e la via Mercato, i giardini pubblici, la via Magri, il Campo di Marte, dove è possibile osservare da vicino il torrione della Madonna, che recava l’immagine della Vergine con il bambino ivi dipinta a protezione delle mura nella prima metà del XVI secolo. L’affresco è attualmente conservato nella vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie).

Con l’arrivo degli ussari francesi nel 1797, ebbe fine la lunga dominazione veneta. Dal 1803 la città non è più una fortezza: venuto meno il ruolo militare le mura sono ridotte a pubblico passeggio fino alla fine dell’800. Qualche anno dopo vengono demolite le porte; stessa sorte toccherà ai bastioni e al castello di Porta Serio, vittima di logiche di sfruttamento economico di basso profilo: smantellato e utilizzato come cava di laterizi, se ne conserva il torrione settentrionale e il perimetro dello spalto con la sua forma stellare trasformato in giardino pubblico. Tra la fine dell’800 e i primi decenni del 900 si aprono nuovi varchi nelle mura, che vengono sbrecciate per ricavarne laterizi, utilizzate come muri di sostegno per nuovi edifici e demolite per lunghi segmenti.

Le attuali Porta Serio e Porta Ombriano, monumentali realizzazioni opera dell’architetto cremonese Faustino Rodi, furono costruite in stile neoclassico tra il 1805 e il 1807 a sostituzione delle porte quattrocentesche (si trovano agli estremi orientale e occidentale della cinta muraria, sono state restaurate nel 1992). Era necessario dotare la città di porte più ampie e adatte alle funzioni civili di transito e commercio, corredate di locali attigui per le guardie civiche e i dazieri. La loro monumentalità conferì alla città un tono di nobiltà e di imponenza.

Informazioni

Giardini pubblici di Porta Serio