Palazzo Benzoni Martini Donati

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Palazzo Benzoni Scotti Martini Donati

L’edificio sorse fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, quando venne edificato per volontà di Socino Benzoni, capitano di ventura. Dopo la disfatta veneziana nella battaglia di Agnadello del 1509, egli convinse la città di Crema ad arrendersi al re di Francia Luigi XII senza opporre resistenza, tradendo così la Repubblica di San Marco di cui Crema era parte. In questo modo, però, salvò la città da saccheggio e distruzione. Il re, trionfalmente accolto in Crema, fu ospitato nel palazzo che Socino aveva appena fatto costruire. Nel 1510 il capitano di ventura fu catturato dai Veneziani e impiccato a Padova per tradimento.

La famiglia Benzoni si era contraddistinta all’inizio del XV secolo per importanti ruoli pubblici, tra cui la signoria di Crema (1404-1423). Tra gli esponenti della famiglia spicca Paola Benzoni, nipote di Socino, nota per essere la madre di Francesco Bernardino Visconti di Brignano d’Adda, le cui gesta hanno ispirato Alessandro Manzoni nel delineare il profilo dell’Innominato nei Promessi Sposi. In seguito alle nozze tra Laura Benzoni, sorella di Paola, e Lucrezio Scotti, il palazzo passò ai conti Scotti, originari di Piacenza e presenti a Crema dal Cinquecento. Essi abitarono nell’edificio fino al 1765 quando il gesuita padre Davide Scotti vendette la residenza a Giuseppe Martini, esponente di una ricca famiglia di mercanti di bestiame desiderosa di nobilitarsi. Nel 1770 egli acquisì il titolo di conte di Pradello e Cazzano, territori nel Veronese. Fra i membri della famiglia si distinse Enrico Martini (Crema, 1818-1869) protagonista delle lotte risorgimentali e deputato del Regno d’Italia dopo l’Unità. Nel 1932 il palazzo fu venduto dalla contessa Emilia Martini Giovio Della Torre al notaio Francesco Donati i cui eredi ancora abitano l’edificio.

Il palazzo conserva nei lati nord e ovest l’originaria struttura cinquecentesca che venne rialzata nel XVIII secolo, quando si decise l’ampliamento dell’edificio, aggiungendo l’ala est. In questa occasione gli austeri prospetti vennero arricchiti da finestre timpanate e leggiadri decori in stile barocchetto. Il rinnovamento del palazzo, promosso dalla famiglia Martini, interessò anche le stanze del piano nobile che vennero decorate con eleganti grottesche e motivi neoclassici.

La bassa costruzione che sul lato sud dell’edificio congiunge le due ali è stata aggiunta nel 1914 in sostituzione delle antiche scuderie. L’accesso all’edificio affaccia, ancora oggi, sul vicolo che conduce in piazza Duomo, fatto costruire da Soncino, abbattendo parte delle fortificazioni della piazza.

La facciata, dalle linee semplici ed essenziali, accoglie il portale sovrastato dal cinquecentesco balcone in ferro battuto. Nel cortile le colonne conservano sui capitelli lo stemma della famiglia Benzoni, un mastino nero su losanghe, e l’ingresso all’ala cinquecentesca è sottolineato da un leggiadro capitello pensile.

Fin dalle origini il palazzo è stato costruito in laterizio, come testimoniano gli austeri prospetti cinquecenteschi (lato nord e ovest) che oggi si presentano in cotto a vista, a differenza di quelli settecenteschi intonacati e caratterizzati da esuberanti decorazioni plastiche.

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Informazioni

Via Marazzi, 7

Residenza privata