Il Santuario di Santa Maria in Cantuello a Ricengo
Non si conosce l’origine del nome ‘Cantuello’ attestato anche come ‘Caduello’. È stato ipotizzato che sia collegato alla località in cui sorgeva la chiesa, probabilmente su una ripa o un terrapieno ‘cautes’ in latino (da cui deriverebbe Cantuello) prossimo a una zona paludosa. Un’altra teoria è collegata al nome ‘Santa Maria del Capitello’, che riecheggia la dicitura usata per descrivere il luogo riportata nelle visite pastorali della prima metà del secolo XVIII.
Non sappiamo con precisione quando fu costruita la prima chiesa di cui restano visibili tracce di muratura in opus spicatum nelle pareti esterne meridionali e settentrionali. In base alla tessitura del parato murario, gli studi più recenti ipotizzano una datazione al 1125-1150 circa. L’edificio attuale, che ricalca le dimensioni di quello medievale, fu probabilmente costruito all’inizio del Seicento inglobando parte delle murature medievali.
La chiesa, trovandosi in un luogo piuttosto isolato, nel corso dei secoli fu utilizzata in più occasioni come lazzaretto durante le epidemie di peste o colera. L’ultima volta in cui ciò avvenne fu durante l’epidemia di colera del 1873.
L’esterno si presenta piuttosto semplice privo di qualsiasi tipo di ornamento. In passato di fronte alla facciata doveva esserci un piccolo portico smantellato successivamente.
Sopra la porta d’ingresso è collocato un affresco risalente a fine Quattro – inizio Cinquecento. Si tratta di una Madonna della Sapienza, la Vergine, vestita con un manto rosso e un abito di un prezioso broccato, è seduta su un trono e tiene nella mano destra il libro della Sapienza, seduto sulle sue ginocchia è raffigurato il Bambino benedicente. Il rinvenimento del dipinto è avvenuto durante i restauri del 2013, grazie alla caduta accidentale dell’intonaco che lo ricopriva. Attualmente la pittura è collocata decentrata rispetto all’ingresso, ma allineata con l’antica posizione della porta prima dei rifacimenti Seicenteschi. Nel XVII secolo il dipinto era stato coperto con un altro raffigurante la Madonna del Rosario, opera di Gian Giacomo Barbelli (Offanengo, 1604 – Calcinato, 1656), in seguito deperitosi fino a scomparire del tutto.
All’interno la chiesa ha un’unica navata terminante con il presbiterio. L’aula è molto semplice e reca le decorazioni in stucco frutto dei rifacimenti del XVII secolo.
Ciò che impreziosisce l’interno sono i molti affreschi di periodi differenti, collocabili tra il XV e il XVI secolo, che si conservano lungo le pareti. Molte sono le rappresentazioni di Madonne con Bambino.
Sulla parete destra una di queste pitture riporta la data 22 giugno 1474. Raffigura una Madonna del latte, assisa su un trono, vestita con un mantello azzurro e intenta ad allattare il Bambino. La pittura, come altre all’interno della chiesa, reca i segni delle martellinature: venivano realizzate per fare in modo che la calce aderisse meglio al muro. Accanto si trova la rappresentazione di un’altra Madonna del latte, di qualche decennio precedente, e la raffigurazione di San Paolo, caratterizzato dalla spada e affiancato dalla scritta ‘Paul’, e di un altro Santo monaco, il quale tiene in mano un libro ed è accompagnato da una scritta non facilmente decifrabile. Segue una Madonna col Bambino che regge in mano un oggetto, probabilmente una mela, coeva ai dipinti precedenti.
L’altare dell’abside conserva un ampio brano d’affresco nella zona del paliotto databile fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. La pittura rappresenta un Cristo nel sepolcro, racchiuso all’interno di una cornice decorativa circolare, affiancato dai Santi Pantaleone, patrono di Crema e Rocco, entrambi protettori dalla peste. Lo sfondo del dipinto simula un finto damasco dorato con decorazioni rosse. Si tratta di un raro esempio di altare quattrocentesco sopravvissuto alle successive riforme liturgiche.
Sulla volta della sagrestia sono rappresentati degli elementi piuttosto misteriosi: una luna, un sole a undici punte e un piccolo globo.
Sulla parte sinistra si apre l’unica cappella presente nella chiesa, dedicata all’Angelo Custode. È abbellita da angeli e decorazioni in stucco.
Sulla parete nord si conserva anche un lacerto di pittura murale quattrocentesco raffigurante un’altra Madonna del latte il cui diadema presentava probabilmente una decorazione a rilievo in pastiglia di cui oggi rimangono alcune tracce.
Informazioni
Statale Provinciale 15
Casale Cremasco-vidolasco (CR)
Orari soggetti a restrizioni
Visite vietate durante le funzioni