Villa Benvenuti

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Montodine

Montodine si trova all’estremo confine meridionale del territorio cremasco, lungo il Serio, a poca distanza dal punto in cui il fiume si getta nell’Adda. Sorge su un promontorio che separa l’attuale valle del Serio, a est, dall’antica valle fluviale dell’Adda, a ovest. Il Serio occupò quest’alveo solo a partire dal XII secolo, continuando contemporaneamente a scorrere anche nella valle del Serio morto almeno fino al XIV secolo, quando il vecchio corso risulta ormai abbandonato. È comunque assai probabile che l’attuale valle del Serio fosse già occupata da altri corsi d’acqua, forse alimentata dalla palude del Moso, posta a nord-ovest di Crema. L’Adda, invece, andò progressivamente spostando il suo corso verso ovest, lasciando dietro di sé una pianura via via resa coltivabile. Per il sito dove oggi sorge Montodine passavano anche due strade di epoca romana: quella che collegava Cremona a Milano in direzione est-ovest e un’altra che collegava Bergamo con Piacenza in direzione nord-sud.

La prima attestazione di una località chiamata “Mons Odano” risale al 1023 quando è definita castrum. Fra XI e XII secolo, il territorio fu per lo più feudo dei vescovi di Cremona, entrando definitivamente nell’orbita di Crema alla fine del secolo e condividendone la storia. La sua importanza è data dal fatto che oltre a trovarsi sulle direttrici di traffico viario fra Cremona e Milano e Bergamo e Piacenza, fu anche un attivo porto fluviale da cui le merci, provenienti dall’Adriatico, potevano raggiungere Bergamo.

Ben si comprende dunque l’importanza militare del paese che nel 1407 spinse Giorgio Benzoni (Signore di Crema dal 1405 al 1423) a costruire una torre e una bastia e a far riparare due torri preesistenti.

Nel XVI secolo, i Benvenuti, una delle più importanti famiglie cremasche, ottennero dalla Repubblica di Venezia il feudo di Montodine, con l’incarico di difendere il limite meridionale del territorio confinante con il Lodigiano, appartenente al Ducato di Milano. Non si conosce la data esatta di costruzione della villa che per ragioni stilistiche possiamo collocare fra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Fu probabilmente costruita per volontà dei due fratelli Paris e Curzio, figli di Troilo Benvenuti.

Mario (1605-1688), figlio di Curzio Benvenuti, fu un uomo d’armi al servizio della Repubblica di Venezia. Nel 1648, durante la guerra franco-spagnola (1635-1659), guidò la difesa di Montodine contro l’esercito francese che voleva invadere il Ducato di Milano transitando per il Cremasco.

Nel 1705, durante la Guerra di Successione spagnola (1701-1714), i Francesi tornarono ad attaccare Montodine. Alfonso Benvenuti, infatti, aveva ospitato nella villa di Montodine Eugenio di Savoia (Parigi, 1663 – Vienna, 1736), comandante delle truppe austriache. Anche in questo caso, dopo una giornata di combattimenti, i Francesi si ritirarono.

L’ultima Benvenuti a possedere la dimora fu Carolina che nel 1918 lasciò la villa alla nipote Camilla Marozzi. Questa, morendo senza eredi, donò l’edificio all’Istituto Salesiano per crearvi una scuola di agraria. Il progetto non si realizzò e nel 1933 i religiosi insediarono a Montodine la sede del proprio noviziato per la provincia lombardo-emiliana. Mantennero la proprietà fino al 1964 quando l’edificio fu acquistato dalla parrocchia di Montodine che ancora lo detiene.

Il nucleo centrale della dimora è costituito da un blocco compatto a cui nei secoli sono stati aggiunti una serie di altri edifici che oggi fanno sembrare l’edificio un palazzo anziché una villa circondata da un giardino. A nord del corpo principale si trova un cortile oggi adibito a oratorio parrocchiale. A ovest della villa si aggancia una palazzina di servizio che poi prosegue in una lunga cortina di edifici che chiude il cortile dal lato ovest.

Il corpo principale è costituito da un edificio con due fronti identiche prospettanti una a sud verso il Serio e una a nord sul cortile. Il piano terreno poggia su un basamento segnato da un cordolo all’altezza dei davanzali delle finestre. Il primo livello è contraddistinto da un rivestimento a bugnato che termina con una cornice marcapiano. Su questa s’imposta un ordine gigante di paraste terminanti con capitelli ionici, che inglobano le finestre del primo e del secondo piano. Sopra i capitelli corre, come una trabeazione, una cornice terminante con una gronda di dentelli aggettanti. Le finestre del primo e del secondo piano, così come le porte del piano terra, presentano una serie di attacchi per delle cornici in marmo che non furono mai realizzate.

A est del corpo principale, collegata da un edificio di servizio, si trova la torre costruita nel 1666 per volere di Gerolamo Benvenuti. Alta 31 metri, poggia su un basamento a scarpa segnato da un cordolo. I cantonali e le finestre sono decorati a bugnato. L’ultimo piano è ingentilito da una serliana. La cornice di gronda è scandita da mensoloni accoppiati. Sopra il tetto si alza un campanile.

Dopo la cessione ai Salesiani nel 1929, tutti gli arredi interni del palazzo andarono dispersi. Alcuni dei ritratti della famiglia Benvenuti sono oggi conservati al Museo Civico di Crema e del Cremasco.

L’unico ambiente degno di nota è oggi il salone principale, rifatto nel 1803 in chiave neoclassica che si presenta scandito da paraste terminanti in capitelli di ispirazione ionica.

Dopo l’acquisizione da parte della parrocchia, per un certo periodo l’edificio ha ospitato un Museo Etnografico, in seguito chiuso. Parte delle collezioni, fra cui una piroga monossile ritrovata nel territorio di Montodine, sono state trasferite al Museo della Civiltà Contadina “Ciòca e berlòca” di Cavenago d’Adda.

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Informazioni

Piazzale Don A. Pagliari, 30

Montodine (CR)

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