Museo Bonzi

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Ripalta Nuova - San Michele

Il personaggio

Leonardo Bonzi nacque a Milano il 22 dicembre 1902 da Iro Bonzi e Sarina Nathan. La famiglia Bonzi è attestata a Crema dalla metà del Quattrocento, quando un certo Fachino Bonzi è documentato come impresario di barche sul Serio. Sempre fedeli sostenitori della Repubblica di San Marco contro gli Sforza prima e i Francesi poi, i Bonzi furono ricompensati dalla Serenissima con i diritti di pesca sul fiume fino a che nel 1694 acquistarono il titolo di Conti del Serio. La madre Sarina, detta Grandmama, apparteneva a una famiglia ebrea inglese.

Leonardo conseguì una laurea in giurisprudenza presso l’Università Cattolica di Milano e una in Economia e Commercio presso l’Università Bocconi.

Tuttavia egli non era tagliato per una tranquilla vita da avvocato, ma fin da giovane si dedicò agli sport tra cui il tennis, l’alpinismo e il bob. Nel 1924 partecipò alle Olimpiadi invernali di Chamonix, dove fu il portabandiera, e gareggiò nella specialità allora denominata Bob a 4-5. La passione per questa disciplina lo abbandonò presto, non fu così invece per l’alpinismo. Durante la sua vita scalò innumerevoli cime sulle Alpi e in ogni parte del mondo e aprì ben 17 nuove vie ferrate per le ascensioni.

Compagno di innumerevoli imprese fu l’aeroplano che egli, agli albori dell’aeronautica, considerava come un pratico mezzo di trasporto da usare tutti i giorni. Nel 1931 per una sfida con gli amici dichiarò che sarebbe riuscito a scalare il Dente del Gigante sul Monte Bianco andando e tornando in giornata da Milano. Partito con il suo aereo di buon mattino tentò di atterrare sul ghiacciaio Rochefort, ma il velivolo si capottò. Seppur ferito Leonardo Bonzi riuscì a scendere a valle con gli sci.

Altra sua grande passione fu il tennis: per quattro volte fu campione italiano e per un decennio fece parte della squadra italiana di Coppa Davis. L’impresa tennistica che meglio esprime il suo carattere fu compiuta nel 1931 quando partì con il suo aereo per una tournée a Tripoli, Algeri, Tangeri, Fez, Casablanca e Rabat portando con se solo le racchette e lo smoking da indossare la sera negli eventi mondani.

Nel 1933 ebbe inizio la sua vita da esploratore con una spedizione in Iran nella regione di Baktiari. L’anno seguente era in Groenlandia e quello dopo ancora realizzò la prima traversata aerea del Sahara.

Nel 1937 sposò Elisa Lentati e come viaggio di nozze i due affrontarono una spedizione che li avrebbe portati via terra, a bordo di una Lancia Aprilia, da Bombay a Beirut attraversando, l’Afghanistan, l’Iran, l’Iraq e la Siria.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu arruolato nei Servizi Speciali Aerei. Nel 1941 raggiunse con un aereo da trasporto le truppe italiane circondate dai nemici a Gimma per portare rifornimenti. Durante il ritorno fu catturato e imprigionato dagli Inglesi in Arabia Saudita, ma dopo aver corrotto i carcerieri arabi riuscì a fuggire col suo aereo e a tornare in Italia dove fu premiato con la medaglia d’oro. Dopo l’8 settembre compì missioni per conto degli Alleati e anche da questi ottenne decorazioni militari.

Nel 1945 dopo aver divorziato dalla prima moglie, sposò la celebre attrice Clara Calamai.

Con il compagno di avventure Maner Lualdi, con cui nel 1948 aveva già compiuto un volo da Udine a Massaua, nel 1949 attraversa l’Atlantico da Milano a Buenos Aires per raccogliere fondi a favore dei mutilatini di don Gnocchi. Con Lauldi volerà anche da Fiumicino a Mosca a bordo dell’aerauto, veicolo che fondeva un’automobile e un aereo.

A partire dagli anni Cinquanta si dedicò alla produzione di film-documentari che ricevettero numerosi premi a Cannes e nei principali festival cinematografici, tra cui Lettera dall’Africa girato durante il viaggio da Tripoli a Mogadiscio nel 1951; Magia verde girato in Amazzonia nel 1952; Continente perduto girato nel sud-est asiatico nel 1954; Muraglia cinese girato nella Repubblica popolare nel 1957 e nel 1966 è la volta di un documentario girato per conto della Nestlé sul problema della fame nel mondo.

Si risposò una terza volta con la francese Jacqueline con cui condivideva la passione per la caccia.

Trascorse la vecchiaia nella villa di San Michele e nella tenuta di caccia da lui allestita lungo il fiume Serio. Morì il 29 dicembre 1977.

Il Museo Leonardo Bonzi

Il Museo voluto e realizzato dalla figlia Emilia, è stato inaugurato il 4 giugno 2006 con un monologo del compianto attore Carlo Rivolta intitolato Ben tornato Leonardo. È ospitato nelle scuderie della villa di San Michele che appartenne a Leonardo Bonzi. Conserva fotografie e oggetti tra cui l’elica dell’aereo che si è capottato sul Monte Bianco, medaglie degli sport più disparati, coppe vinte al tiro a volo. A disposizione dei visitatori vi sono anche un filmato e un libro che raccontano le gesta di questo eclettico sportivo.

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Informazioni

Via L. Bonzi, 5-3

Ripalta Cremasca fraz. San Michele

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