Palazzo della Provincia

Tutti i luoghi

I soffitti a tavolette dipinti tipici di Crema

Le vicende storiche degli edifici che sorsero in quest’area sono assai complesse e solo in parte chiarite dai documenti d’archivio. I primi dati ci vengono forniti dal restauro dell’edificio avvenuto nel 1998-99 che ha portato alla scoperta di due soffitti decorati quattrocenteschi in due saloni al piano terra e al piano nobile del fabbricato. Questo fa cadere la precedente ipotesi secondo cui il palazzo era stato completamente demolito e ricostruito nel Settecento. Al contrario in tale occasione l’edificio fu solo rinnovato, conservando molti degli ambienti del XV secolo. Non si hanno certezze circa il committente del palazzo quattrocentesco, riguardo al quale è stato ipotizzato anche il nome del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni (Solza, 1395 – Malpaga, 1475).

I primi documenti relativi a questa zona risalgono al 1595 e parlano di due case, una a settentrione e una a meridione, abitate rispettivamente dalle famiglie Vimercati e Premoli. La situazione risulta immutata fino al 1736. Segue un vuoto documentario fino al 1753 quando nei documenti compare la sola famiglia Vimercati. Questi abitarono nel palazzo in esame fino al 1815 quando Giulia Vimercati, ultima discendente del casato, lo concesse in affitto a varie famiglie. L’edificio divenne quindi sede di enti pubblici: dal 1859 al 1929 vi si stabilì la Sottoprefettura; subentrarono quindi il Partito Fascista fino al 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale, il Partito della Democrazia Cristiana e infine, negli anni novanta del Novecento, la Provincia di Cremona.

La fronte principale, su via Matteotti, ha un aspetto molto sobrio. Il portale di accesso non è al centro del prospetto, ma spostato verso sinistra perché l’androne è ricavato dal riutilizzo di un salone quattrocentesco situato al piano terra. Ai lati si aprono rispettivamente due e quattro finestre rettangolari con semplici cornici, sormontate da altrettante aperture al piano nobile. La porta-finestra sopra il portale è provvista di un balcone con ringhiera di ferro battuto. Al di sopra delle aperture del piano nobile vi sono delle piccole finestre cieche in corrispondenza del sottotetto.

La fronte sud (via Goldaniga) presenta un aspetto simile a quello della fronte principale con finestre cieche alternate ad aperture vere e proprie.

Entrando nell’androne si nota il soffitto quattrocentesco ornato da 20 tavolette dipinte con stemmi nobiliari, ritratti e figure di animali.

Proseguendo ci si trova sotto ad un portico a tre fornici sorretto da coppie di colonne doriche. L’arco a tutto sesto affiancato da due coppie di colonne forma un particolare motivo architettonico denominato “serliana” dal suo ideatore, l’architetto Sebastiano Serlio (Bologna, 6 settembre 1475 – Fontainebleau, 1554 circa).

Sull’altro lato del cortile si trova un porticato speculare a quello d’ingresso. Il soffitto è sorretto da travature di legno. I due prospetti sopra il portico prevedono tre finestre con cornice e timpano triangolare separate da nicchie.

Sul lato sinistro del portico si trova lo scalone che dà accesso al piano nobile. Salendo ci si trova in un vasto salone affacciato sul cortile interno, detto “Galleria Neoclassica” per via del ciclo pittorico di ispirazione neoclassica che orna le pareti: in quattro grandi riquadri sono dipinti episodi delle Fatiche di Ercole. Nel fregio monocromo che li sovrasta sono raffigurate scene della Vita di Alessandro Magno. Al di sopra delle porte si trovano delle tele con cornici di legno con ritratti monocromi di Giulio Cesare, Torquato Tasso, Omero, Marco Tullio Cicerone, Alessandro Magno, Socrate e Virgilio.

Nel salone di fianco troviamo l’altro grande soffitto ornato con 130 tavolette databili al 1466-75 circa. I dipinti raffigurano stemmi nobiliari, in particolare di Bartolomeo Colleoni e delle famiglie Benzoni, Capitani, Castelli, Berlendis, Benvenuti e Verdelli. Vi sono inoltre ritratti e figure di animali reali e fantastici ispirati alle favole medioevali. In fondo alla sala si trova una parete settecentesca con tre aperture dalle elaborate forme barocchette.

Vedi mappa

Informazioni

Via Giacomo Matteotti, 39

Proprietà privata