Palazzo Vimercati Sanseverino

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Segno di nobiltà

Un primo nucleo del palazzo abitato dai Vimercati doveva esistere già nel Quattrocento come dimostra il soffitto con tavolette dipinte conservato in un salone del piano nobile. I Vimercati sono una famiglia di antica nobiltà, documentata a Milano fin dal XII secolo. Sono presenti a Crema almeno dalla metà del Quattrocento. Capostipite dei Vimercati Sanseverino fu Sermone che nel 1520 sposò Ippolita Sanseverino, aggiungendo il cognome della moglie al proprio. Di origine campana, la famiglia Sanseverino aveva fatto fortuna attraverso i suoi capitani di ventura che si distinsero al servizio degli Sforza. Alcuni suoi membri ottennero anche la porpora cardinalizia.

Sermone nel 1526 ospitò nella sua dimora il duca Francesco II Sforza all’indomani della sua fuga da Milano occupata delle truppe imperiali. A Sermone e alla moglie Ippolita dedicò alcune delle sue novelle Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia, 1484 circa – Bazens, 1561), frate domenicano che nel 1523 fu priore del convento di Crema. Marcantonio Vimercati Sanseverino, figlio di Sermone e Ippolita, si distinse nella guerra di Cipro contro i Turchi combattuta dalla Repubblica di San Marco nel 1577 e nel 1587 ottenne dalla Serenissima il titolo di conte di Palazzo Pignano. Nel 1592, ormai settantenne, intraprese la riedificazione del palazzo secondo le forme attuali. I lavori furono portati a termine nel 1602 dai suoi figli Orazio e Ottaviano. Unico caso fra le dimore nobiliari cremasche, il palazzo appartiene ancora oggi ai discendenti della famiglia che lo fece erigere.

L’attuale palazzo ha la fronte principale rivolta su via Benzoni. È ripartita in due ordini. Le sei finestre del piano terra presentano un davanzale e un architrave di marmo sorretti da mensole in pietra. Fra le mensole che reggono i davanzali sono scolpiti festoni di fiori e frutti, mentre sopra l’architrave sono posti fastigi con gli stemmi di famiglie cremasche. Le sette finestre del piano nobile presentano un’ornamentazione ancora più complessa con semicolonne rudettate in marmo che reggono un timpano spezzato contenente busti di personaggi togati o in armatura antico romana. Il fregio sotto il timpano è ornato da triglifi e metope con raffigurazioni di armi. I davanzali sono retti da mensole in pietra grigia scolpiti a volute.

L’imponente portale presenta gli stessi elementi delle finestre del piano nobile: due grandi semicolonne rudettate reggono un architrave con fregio su cui poggia il timpano spezzato.

Al centro del timpano è ospitato l’enorme stemma dei Vimercati Sanseverino. Sotto troviamo un volto grottesco di gusto manierista inserito in una conchiglia. Nelle metope del fregio, che si alternano a triglifi, sono scolpite delle armi classiche, mentre ai lati dell’arco troviamo panoplie di armi e armature sempre ispirate alla classicità romana.

La facciata è conclusa da un doppio cornicione sorretto da doppie mensole, il primo, e da dentelli, il secondo.

La fronte del corpo principale rivolta verso piazza Premoli presenta le stesse caratteristiche di quella su via Benvenuti.

Varcato il portale d’ingresso ci si trova in un cortile circondato su tre lati da portici a tre fornici sorretti da semplici colonne in pietra. Il soffitto è costituito da volte in mattoni intonacate.

Sui lati est e sud corre un balcone sorretto da mensole in pietra e orlato da una finissima ringhiera di ferro battuto (firmata e datata “1704. Alvisio Chaneval F.[ecit]”). Le finestre del piano nobile presentano una cornice con timpani curvilinei, tranne quella di fronte all’ingresso che ha un timpano spezzato, probabilmente per accogliere uno stemma.

Nell’angolo nord-est si trova un portale che ripropone gli stessi elementi di quello d’ingresso: colonne, fregio e timpano curvilineo. Alla sua sinistra c’è lo scalone d’onore a due rampe che conduce al piano nobile. È contornato da una balaustra in pietra ornata con due putti settecenteschi. Il portico sul lato ovest si apre verso il giardino, separato da una cancellata di ferro battuto. Da qui si ammira una splendida prospettiva della rinascimentale ex chiesa di Santa Maddalena e Santo Spirito che nel 1837 fu acquistata dai Vimercati Sanseverino insieme ai locali dell’adiacente ospedale.

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Informazioni

Via Benzoni, 11

Residenza privata