Gian Giacomo Barbelli

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Il Seicento lombardo

Per gli appassionati d’arte e soprattutto per chi ama il Seicento lombardo proponiamo un percorso alla scoperta del maggior pittore cremasco, Gian Giacomo Barbelli (Offanengo, 1604 – Calcinato, 1656), felicemente definito da Roberto Longhi «l’unico barocco della regione».
Vi guideremo alla ricerca dei suoi affreschi in alcune chiese cremasche, sulle tracce dei suoi dipinti custoditi nel Museo Civico di Crema e del Cremasco e in alcune chiese, non mancheranno dei suggerimenti per qualche tappa fuori città per proseguire la ricerca delle sue opere nel territorio circostante.

Gian Giacomo Barbelli nacque a Offanengo nel 1604 e si formò nella bottega cremasca di Tommaso Pombioli (Crema, 1579 – 1636 circa). Tra il 1625 e il 1630 lavorò a Milano, in Valtellina e nell’alto Lario, per poi ritornare nelle terre natali dove si stabilì. Nel corso della sua vita realizzò opere oltre che nel Cremasco anche nel Bresciano, nel Bergamasco e nel Lodigiano.

 

Centro città

La visita inizio dalla chiesa di San Benedetto che si affaccia sulla moderna Piazza Garibaldi. Qui il pittore lavorò negli anni trenta e quaranta del Seicento decorando tre cappelle. In ordine cronologico lavorò alla cappella della Madonna (seconda a sinistra), decorandola con gli episodi della Vita di Maria; quindi si dedicò alla cappella del Santissimo Sacramento (prima a sinistra), dove troviamo la Gloria del Sacramento, la Pasqua in Egitto, la Raccolta della Manna e due tele: l’Ultima Cena (dove possiamo scorgere l’autoritratto del Barbelli nel personaggio dal colletto bianco alle spalle di Gesù) ed Elia e l’Angelo; infine si occupò della cappella di San Sebastiano (prima a destra) con i dipinti dedicati a San Sebastiano, Santa Zoe e San Tranquillino.

Dirigiamoci quindi al Museo Civico di Crema e del Cremasco, dove possiamo ammirare una splendida Deposizione di Cristo nel sepolcro (1646).

Da qui spostiamoci verso il quartiere di San Giacomo, dove il pittore risiedeva, per una veloce visita alla chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore dove si conserva la Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, la cui paternità è dibattuto fra Barbelli e Pombioli, e quindi verso l’oratorio di San Giovanni Battista.

Quest’ultimo edificio, eretto (1583-99) grazie ai confratelli della Compagnia della Carità, fu completamente affrescato dal pittore nel 1636, quando realizzò le Storie di san Giovanni Battista (Annuncio dell’Angelo a Zaccaria, Visitazione, Nascita del Battista, Battesimo di Gesù, Incontro con i sacerdoti nel desertoBanchetto di Erode, Apoteosi del Battista e sull’arco trionfale la Predica del Battista) e le Opere di Misericordia, così come le due tele dell’Annunciazione. Nella scena dell’Annuncio dell’Angelo a Zaccaria si può scorgere la firma del pittore e la data.

A questo punto vi consigliamo di spostarvi in piazza Duomo per due ulteriori tappe: nel Palazzo Pretorio, nella sala del Consiglio Comunale – detta sala degli Ostaggi Cremaschi – potrete apprezzare i sette ritratti di podestà veneti e capitani che governarono la città di Crema (1640-1651) realizzati da Barbelli e dalla sua bottega.

Nella vicina chiesa di San Bernardino troverete nella cappella di Sant’Eligio (prima a destra) una tela raffigurante il Miracolo di sant’Eligio (1639).

La sesta cappella a sinistra, appartenente ai terziari francescani, presenta affreschi raffiguranti Santi e sante dell’ordine francescano. Per la cappella di Sant’Antonio (quinta a sinistra) Barbelli progettò l’intero impianto decorativo (1650-51) con affreschi e tele dedicati alle Storie di sant’Antonio da Padova.

Infine incamminatevi verso il santuario di Santa Maria delle Grazie, la decorazione interna fu affidata (1641-43) a Barbelli e narra gli episodi della Vita della Vergine con effetti scenografici e teatrali nel tipico stile barocco. In questa piccola, ma deliziosa chiesa, il pittore dimostrò le sue capacità nella resa prospettica grazie alla creazione di architetture dipinte, determinando di fatto un effetto di dilatazione dello spazio. Al centro della volta si ammira l’Assunzione e agli angoli gli Evangelisti, mentre ai lati dell’ingresso si trovano le figure di San Rocco e San Sebastiano sovrastate dall’Adorazione dei Magi.
Qui si conclude il percorso tra le vie del centro città, ma non finiscono i nostri consigli.

I dintorni della città

Nei quartieri esterni si conservano altre opere del pittore seicentesco.

Nel quartiere dei Sabbioni nel Santuario del Pilastrello si trova, in uno stato di non ottimale conservazione, un ciclo di affreschi (1641) dedicato alla Vita della Vergine.

La chiesa parrocchiale di Ombriano, intitolata a Santa Maria Assunta, custodisce sei tele con le Storie di Maria (1639), tra cui la Disputa di Gesù al tempio reca firma e data.

Nella chiesa di San Bartolomeo ai Morti è possibile contemplare la pala d’altare con il Martirio di san Bartolomeo.

Infine nella chiesa di San Bernardino fuori città si incontrano due tele attribuite all’artista cremasco: I santi Carlo Borromeo e Pantaleone con San Biagio che resuscita un bambino.

Il Cremasco

Per chi non fosse ancora sazio e avesse voglia di esplorare i paesi limitrofi a Crema vi lasciamo qualche ulteriore suggerimento di alcuni luoghi in cui è possibile trovare altri dipinti di Barbelli.
Nell’oratorio di San Rocco a Offanengo (sua città natale) si conserva la pala di San Michele e la Liberazione di san Pietro dal carcere, si tratta della prima opera firmata risalente al 1622.
A Ricengo, nella parrocchiale di San Pietro Apostolo, si conservano due tele rappresentanti San Pietro e San Paolo.
Nella chiesa di Santo Stefano a Casale Cremasco si trova la pala con Sant’Antonio da Padova col Bambino Gesù.
A Madignano, nella parrocchiale di San Pietro, si conserva La Trinità e i santi Rocco e Sebastiano (1631).
Nella chiesa di San Martino a Capergnanica potete trovare l’affresco con San Martino e il povero.
A Passerera, frazione del comune di Capergnanica, si possono osservare alcuni affreschi nella parrocchiale di San Gerolamo: una Crocifissione e le Storie di san Carlo e san Rocco.
A Montodine il coro e l’abside dell’oratorio del Rosario furono decorati da Gian Giacomo nel 1641 con i quindici Misteri del Rosario, Cristo che appare a santa Teresa e la Visione di san Domenico.
Infine, a Quintano l’oratorio di Sant’Ippolito, sulla cui volta campeggia lo Sposalizio della Vergine, fu affrescato dal pittore nel 1641.

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Informazioni

Inizio itinerario Piazza Garibaldi

Chiesa di San Benedetto