Le bellezze della città da non perdere
Lasciati guidare attraverso le vie cittadine alla scoperta della cerchia muraria, di piazza Duomo con la Cattedrale medievale e i suoi palazzi storici, di alcune chiese, del santuario di Santa Maria delle Grazie, scrigno della pittura seicentesca e la Chiesa della Santissima Trinità di architettura settecentesca. Non mancheremo di guidarti anche alla scoperta di qualche piccola chicca da incontrare qua e là, come il refettorio del Museo Civico di Crema e del Cremasco e il teatro cittadino, ex convento domenicano.
Partenza itinerario: piazza Garibaldi.
Dopo aver lasciato i mezzi che ti hanno portato sin qui ti suggeriamo di partire da piazza Garibaldi per goderti una piacevole passeggiata tra le meraviglie della città.
La porta che ti accoglie è uno dei due ingressi monumentali ancor oggi conservati: si tratta di Porta Serio. In epoca medievale e poi durante la dominazione veneziana (dal 1449), Crema era circondata da mura con quattro ingressi alla città (Porta Serio, a est; Porta Pianengo, a nord; Porta Ombriano, a ovest; Porta Ripalta, a sud). L’attuale porta, così come Porta Ombriano, risale, però, a un rifacimento dell’inizio dell’Ottocento. Di fianco alla porta si può vedere ciò che resta di un antico torrione, mentre nei vicini giardini pubblici ancora si conservano tracce dell’antica cerchia muraria voluta dalla Repubblica veneziana (1488-1508).
Dopo aver attraversato piazza Garibaldi ti puoi incamminare verso via Mazzini, il corso dei negozi al termine del quale si staglia piazza Duomo. È il cuore storico della città, sede della cittadella fortificata durante il Medio Evo e luogo di ritrovo per mercanti; rivisitata nel Rinascimento, è oggi circondata da palazzi e dell’imponente Cattedrale cittadina; i bar che ospita costituiscono il principale punto d’incontro dei Cremaschi.
Il Duomo fu ricostruito tra il 1284 e il 1341 in cotto – tipico materiale di costruzione della pianura padana – sulle rovine di un’antica chiesa della quale si conservano i resti delle fondamenta nella cripta. L’intera facciata è caratterizzata dal contrasto tra il colore caldo del cotto e il marmo bianco ma un tempo presentava numerose pitture murali di cui oggi rimangono solo alcuni lacerti dell’intonaco preparatorio e tracce di pigmenti colorati a destra del portale principale e sul fianco sud, dove a destra dell’ingresso laterale si distinguono a fatica delle figure angeliche aureolate e un sole a raggi fiammeggianti. Si tratta di un esempio di gotico lombardo che unisce elementi architettonici ancora propri dell’epoca romanica, come il portale maggiore, ai nuovi dettami dello stile gotico come il rosone in marmo bianco della facciata inquadrato nelle le due finestre a cielo.
L’interno conserva solo una piccola parte dell’originale decorazione ad affresco, che doveva ricoprire interamente le pareti, e molte testimonianze dell’arte locale. Merita una menzione particolare il Crocifisso ligneo (1320-40 circa) conservato all’interno della chiesa che si narra ritrasse le gambe quando fu dato alle fiamme (1445) e che da secoli è oggetto di venerazione da parte dei Cremaschi, che a lui si rivolsero in momenti di particolare bisogno. Altrettanto cara ai Cremaschi è la figura di san Pantaleone, patrono della città, medico invocato per la guarigione dalla peste (1361); a lui è dedicato l’altare a destra dell’abside.
La Torre Guelfa è l’unica altra testimonianza del Medioevo cremasco e chiude la parte nord della piazza di fianco al palazzo Pretorio. Risalente al 1286, è caratterizzata dagli elementi romanici che si affiancano alle finestre a bugnato (rivestimento murario di tipico sapore rinascimentale) e conserva l’effige del Leone di San Marco, testimonianza successiva della dominazione veneta.
Il Palazzo Pretorio, a destra guardando la torre, fu rimodernato in epoca rinascimentale (1547) come residenza del Podestà, rappresentante del governo della Serenissima. È abbellito da un elegante portone d’epoca barocca.
Il Palazzo Vescovile fu costruito nel 1548-49, inizialmente per ospitare notai, giuristi e mercanti. Nel 1580 fu donato al primo vescovo della città, a seguito dell’istituzione della diocesi di Crema.
Il Palazzo Comunale occupa il lato ovest della piazza e risale al 1525. È un piacevole esempio di architettura rinascimentale. La facciata è decorata dagli stemmi di alcuni dei podestà che governarono Crema. Fu voluto dai veneziani come sede del governo cittadino.
Il Torrazzo originariamente porta d’ingresso della cittadella medievale, fu poi trasformata in elemento decorativo in epoca rinascimentale. Sul lato che affaccia sulla piazza è decorato con lo stemma della città di Crema e la statua del santo patrono San Pantaleone. Sul lato opposto, sotto l’orologio, campeggia il leone veneziano.
Proseguendo oltre piazza Duomo lungo via XX Settembre incontrerai l’elegante chiesa della Santissima Trinità. Costruita tra il 1737 e il 1740 si contraddistingue per la presenza di due facciate riccamente decorate in stile rococò. L’interno, abbellito da decorazioni e dipinti di celebri pittori locali e non, è caratterizzato dalla decorazione illusionistica che simula l’architettura dell’abside.
Proseguendo la passeggiata ti ritroverai in piazza Giovanni XXIII chiusa da Porta Ombriano, un’altra porta d’ingresso alla città risalente al 1804-7.
Ti consigliamo di dirigerti verso il Campo di Marte, dove potrai ammirare un’altra parte delle restanti mura cittadine e il Torrione della Madonna, così chiamato perché in origine ospitava l’immagine miracolosa della Madonna col Bambino, oggi conservata nel vicino santuario di Santa Maria delle Grazie la cui costruzione fu avviata nel 1601.
La decorazione interna fu affidata qualche anno dopo (1641-43) al celebre pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli (Offanengo, 1604 – Calcinate, 1656) e narra gli episodi della Vita della Vergine con effetti scenografici e teatrali nel tipico stile barocco
A questo punto, se ancora non sei stanco, ti consigliamo due ulteriori tappe.
Seguendo le vie laterali (rispetto a via XX Settembre), ti ritroverai in piazza Trento e Trieste su cui prospettano l’ex Convento di San Domenico, oggi sede del teatro cittadino.
Il Teatro San Domenico è ospitato all’interno dell’ex chiesa domenicana sorta nel 1463, caratterizzata dalla facciata a capanna in terracotta. L’ex convento ospita oggi delle sale espositive e una scuola di musica.
Qui si trova anche Il Mercato austroungarico’, ma la denominazione è impropria perché l’Impero austro-ungarico fu istituito solo nel 1867, mentre il ‘Mercato del lino e dei grani’ , il Mercato Austroungarico per i cremaschi, era già stato costruito fra il 1842 e il 1844. Fu eretto per assolvere a una doppia funzione, pratica e al contempo celebrativa. Sorto per ospitare i banchi del mercato, questo imponente spazio con soffitto a volte aveva anche una finalità encomiastica, come attesta la dedica a caratteri cubitali sulla trabeazione rivolta verso la piazza. L’iscrizione commemora la tappa che il 17 maggio 1825 aveva condotto a Crema l’imperatore Francesco I d’Austria durante il suo viaggio ispettivo attraverso il Lombardo-Veneto. Lo stesso imperatore era già stato a Crema nel 1816, subito dopo la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Nella stessa piazza si possono ammirare anche il cinquecentesco Palazzo Benzoni – Donati e la piccola chiesa di Santa Maria Maddalena e Santo Spirito.
Ultima tappa che ti raccomandiamo di raggiungere in questo percorso è l’ex convento di Sant’Agostino il centro culturale della Città ospita il Museo Civico di Crema e del Cremasco. Qui potrai godere di un momento di pace e tranquillità passeggiando per i chiostri, visitare il Museo e l’ex refettorio conventuale con la sua notevole decorazione pittorica.
L’ex refettorio o Salone Giovan Pietro da Cemmo: era la sala deputata a ospitare i frati durante i pasti quotidiani mentre oggi prende il nome dal pittore che la decorò (1507). Sulle pareti corte si conservano gli affreschi rappresentanti l’Ultima Cena (della quale è esposta anche la sinopia, ossia il disegno preparatorio) e la Crocifissione. Le pareti lunghe sono, invece, decorate dalle lunette con i ritratti di illustri frati agostiniani.
Uscendo dal complesso del Centro Culturale Sant’Agostino non potrai fare a meno di notare il raffinato Palazzo Terni de Gregory, posto immediatamente di fronte. La costruzione del palazzo fu iniziata nel 1698 e portata avanti fino al 1737, anno in cui fu sospesa e lasciata incompiuta. L’edificio, realizzato in stile rococò, si fregia di quattro statue di funzione celebrativa per la famiglia Bondenti, originari proprietari.
Il nostro percorso si conclude qui ma rimane tanto da scoprire e ti invitiamo a tornare per gustare altre meraviglie di storia e di arte.
Informazioni
Partenza itinerario da Piazza Garibaldi